Note
(1) Questo assunto risulta accettabile solamente se si ragiona in termini fisici, invece che in termini di scambio. Cfr. Roll E. (1977), pag.125 : "Sebbene il Quadro Economico operi con somme di denaro e con acquisti e vendite, esso in realta' non si occupa del processo di scambio. Essenzialmente e' una descrizione della circolazione in natura espressa in forma monetaria e che tratta principalmente della distribuzione e della riproduzione dei valori d'uso del prodotto netto."
(2) cfr. Parrinello, Cecchi (1982)
(3) cfr. Barber (1971), pag. 59
(4) cfr. Ricardo D., traduzione italiana (1954)
(5) Si veda a proposito il par. 4 del Capitolo 3
(6) cfr. Ricardo D., traduzione italiana (1954)
(7) cfr. Ricardo D., traduzione italiana (1954)
(8) In questo processo il prezzo del prodotto generato dalla risorsa naturale (il prezzo del grano) tende a crescere, mentre quello medio dei manufatti tende a diminuire; le rendite corrisposte ai proprietari aumentano assorbendo progressivamente i profitti.
(9) cfr. Parrinello, Cecchi (1982), pag. 166
(10) cfr. Parrinello, Cecchi (1982), pag. 167
(11) cfr. Malthus T.R., traduzione italiana (1959)
(12) cfr. Malthus T.R., traduzione italiana (1959), pag.3
(13) cfr. Mill J.S., traduzione italiana (1954), pag. 183
(14) cfr. Mill J.S., traduzione italiana (1954), pag. 186 e pag. 188
(15) cfr. Mill J.S., traduzione italiana (1954), pag.712
(16) cfr. Mill J.S., traduzione italiana (1954), pag.712
(17) si veda per esempio Daly H.
(18) cfr. Lombardini S. (1974)
(19) cfr. Parrinello, Cecchi (1982), a pag 175, dove parlando di L. Walras si scrive : "Nella puntigliosa specificazione delle diverse forme che il capitale puo' assumere ritroviamo ancora la terra ricardiana che viene definita "capitale naturale che non puo' essere prodotto artificialmente; ed e' anche capitale non deperibile che non puo' essere distrutto per uso o accidente" [Walras, 309]. Tale distinzione e' soltanto classificatoria: infatti essa serve soltanto a distinguere il nome delle diverse categorie di ricchezza che compongono il sistema di equazioni dell'equilibrio economico generale".
(20) cfr. Zamagni S. (1984), pag. 69
(21) cfr. Zamagni S. (1984), pag. 69-71
(22) cfr. Zamagni S. (1984), pag. 71
(23) cfr. Parrinello, Cecchi (1982), pag 188
(24) si veda ad esempio il pensiero della scuola neoricardiana in Quadrio Curzio A. e Pellizzari F. (1981), pag. 22-24
(25) I contenuti e le critiche a questo rapporto verranno illustrati nel terzo capitolo, in quanto non e' sembrato corretto considerarli nell'ambito della teoria economica "pura".
(26) si veda ad esempio l'articolo di Robert M. Solow sull'American Economic Review, cfr. Solow R.M. (maggio 1974)
(27) cfr Dasgupta P.S., Heal G.M. (1979), pag 111
(28) cfr. Hotelling H. (1931)
(29) I tre paragrafi che seguono sono stati redatti utilizzando principalmente il testo della Pellizzari F. (1985)
(30) cfr. Targetti Lenti R. (1982)
(31) cfr. Pellizzari F. (1985), pag. 13
(32) Da questa relazione si nota come il proprietario, non sfruttando la risorsa, puo' avere anche una rendita dovuta al mancato aumento dei costi di estrazione futuri, in caso di costi di estrazione che aumentano al diminuire della quantita' di risorsa disponibile.
(33) cfr. Solow R.M. (maggio 1974). La traduzione e' di Mercedes Bresso, cfr.Bresso M. (1982)
(34) cfr. Solow R.M. (maggio 1974), pag. 6. Egli, comunque, ritiene che questo fenomeno sia controbilanciato dal fatto che esiste un mercato dei capitali. "Supponiamo che i proprietari sappiano che la risorsa ha un valore "ancorato" nel futuro, un valore determinato da considerazioni tecnologiche e di domanda, non da pura e semplice speculazione. Allora se i prezzi stanno crescendo verso quell'appuntamento ad un tasso troppo lento, e' evidente che possedere depositi della risorsa e' un cattivo affare. Ma questo non portera' ad una rovinosa svendita, ma a perdite di capitale sulle riserve esistenti. Quando le riserve esistenti sono state registrate ad un valore minore, il prezzo netto puo' crescere ad un tasso maggiore o minore di quello appropriato (...). La riduzione nel prezzo derivante dall'incremento della produzione corrente puo' essere letta come un segnale e capitalizzata nelle perdite del valore capitale, dopo di che si ristabilisce una situazione di equilibrio." (mia traduzione)
(35) cfr. Beddington J.R., Watts C.M.K., Wright W.D.C. (1975)
(36) cfr. Clark C.W. (1974)
(37) cfr. Solow R.M. (Symposium 1974)
(38) cfr. Rawls (1971)
(39) cfr. Dasgupta P., Heal G. (Symposium 1974)
(40) cfr. Solow R.M. (Symposium 1974)
(41) cfr. Nordhaus W.D., Tobin J. (1972)
(42) cfr. Stiglitz J. (Symposium 1974)
(43) bisogna ricordare come nella teoria dello sviluppo economico ottimale si sia anche ipotizzato un saggio di crescita della popolazione dato in maniera combinata endogena-esogena. Cfr. Gaburro G. (1979)
(44) cfr Cigno A. (1979) e Cigno A. (1981)
(45) cfr. Quadrio Curzio A. e Pellizzari F. (1981)
(46) cfr. Dasgupta Heal (Symposium 1974)
(47) cfr. Kamien M.I., Schwartz N.L. (1978)
(48) cfr. Weinstein M., Zeckhauser R.J. (Symposium 1974)
(49) Vedi per altre considerazioni sul riciclaggio anche il paragrafo 3. del capitolo III
(50) cfr. Molesti R. (1986), pag. 17
(51) le spiegazioni seguenti sui principi della termodinamica e sulle idee di Georgescu-Roegen sono tratte da Georgescu-Roegen N. (1973); Georgescu-Roegen N. (1976); Georgescu-Roegen N. (1984); Georgescu-Roegen N. (1985); Bresso M. (1982), pag.194-205; Tiezzi E. (1984), pag. 46-57; Molesti R. (1986).
(52) cfr. Georgescu-Roegen N. (1984), pag. 268
(53) cfr. Georgescu-Roegen N. (1984), pag. 267
(54) cfr. Bianciardi C., Degli Espinosa P., Tiezzi E. (1986)
(55) cfr. Bianciardi C., Degli Espinosa P., Tiezzi E. (1986), pag. 41
(56) cfr. Georgescu-Roegen N. (1976), pag. 41
(57) Questa polemica di Georgescu-Roegen contro i sostenitori dello "stato stazionario" e' perfettamente comprensibile nel momento in cui egli critica coloro che pensano che un tale sistema possa rendere "immortale" il sistema economico, evitando la crescita dell'entropia nel sistema chiuso costituito dal nostro pianeta. Non e' molto chiaro invece perche' egli rivolga tale critica ad un autore quale Herman Daly, che parte da considerazioni analoghe a quelle di Georgescu-Roegen e chiama, in sostanza, "stato stazionario" quello dove la degradazione entropica viene ridotta al minimo (si veda la sua definizione di "stato stazionario" nel Capitolo I, paragrafo 2). Daly e' pienamente cosciente che "uno stato stazionario cosi' concepito non implica throughput costanti, ma una tecnologia meno statica, non immplica neppure una vita eterna del sistema economico. E' semplicemente una strategia per una buona gestione, per mantenere la nostra astronave e di permettere ad essa di morire di vecchiaia piuttosto che del cancro della mania della crescita". (cfr. Daly H.E. (1974), pag 16, mia traduzione).
(58) cfr. Georgescu-Roegen N. (1984), pag. 14
(59) cfr. Bresso M. (1982), pag. 201-205
(60) cfr. Bresso M. (1982), pag. 204
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